Oggi leggo che negli USA il matrimonio delle coppie omosessuali è riconosciuto in tutti gli stati.
Da noi, si fa il Family Day per ‘difendere’ i figli dallo Spauracchio.
E almeno fosse il cattivo di Bat Man.
No. Paura del diverso, la solita storia. Come se non fossimo già tutti diversi l’uno dall’altro, cosa che mi consola, perché almeno so che il mio patrimonio genetico e quello di chi pensa che esista una teoria del Gender sono intrinsecamente unici.
Sul questa fantomatica teoria WIRED ha scritto un articolo molto carino per cui non mi dilungo.
Vorrei invece fare qualcosa che so fare bene, raccontare una storiella.
Che non contiene spauracchi. Per quello c’è già Bat Man.
Ecco, le storie dei supereroi e degli altri personaggi della nerdsfera, come noi ben sappiamo, pullulano di famiglie non convenzionali e di personaggi non convenzionali. Le storie che i nerd amano, dai comics agli anime, non sono convenzionali. Per questo, Tutti i nerd hanno nel cuore un odio più o meno esplicito per il MOIGE. Ammettetelo. Dai.
E non so perché ma penso che la popolazione MOIGE e quella ‘sostenitori del Family Day’ abbiano un’alta sovrapposizione…
Io sto per raccontarvi una storiella piuttosto convenzionale, in realtà. MOIGE friendly.
Che potrebbe diventare quella di mia figlia o della figlia di qualche normomammma.
C’erano una volta due ragazzine che chiameremo Alien e Vlad anche perché sono i nickname che effettivamente usavano. Erano in classe insieme al liceo e passavano molto tempo insieme. Entrambe sveglie, entrambe appassionate di manga, anime e arti marziali, e altre cose più o meno nerd, entrambe un po’ scarse in matematica, cosa che comunque non le rende meno nerd, solo più umane.
Entrambe si trovavano a loro agio in abiti maschili, portando i capelli corti, e guardando le loro foto adesso, potrebbero passare per dei ragazzini. Entrambe sorridevano se qualcuno le scambiava per maschi. Nessuno, comunque, le infastidiva particolarmente per questa loro attitudine, cosa che dubito accadrebbe ora, fuori da questa fiaba.
Alla fine del liceo si persero di vista.
Vlad, pur continuando a prediligere le amicizie maschili e a sentirsi dire ‘ragioni come un uomo’ per tutto il resto della vita, era una donna e riscoprì, per quanto è ragionevolmente pratico, la sua femminilità, anche grazie alla moda goth che riuscì magicamente a tirar fuori la principessa dal ranocchio. Grazie alle magie di Facebook ritrovò Alien. E scoprì che Alien viveva all’estero, era ancora nerd come lei, aveva una gatta come lei, ma Alien ora sapeva di essere un uomo. E aveva deciso di affrontare la transizione e tirare fuori il principe dal ranocchio.
Vlad non se ne stupì molto e fu molto fiera del suo vecchio amico, che aveva mostrato il coraggio di rendere pubblica la scelta e la transizione e che aveva bisogno di sostegno nel difficile percorso verso un’autodeterminazione che avrebbe potuto solo renderlo felice.
Fine.
Morale della fiaba:
Ho una bambina. Che potrebbe essere una Vlad, ma potrebbe essere un Alien. O magari qualche altra creatura mostruosa.
Chi vivrà vedrà, ma i due percorsi vanno rispettati entrambi.
E siamo noi a dover insegnare ai nostri figli a rispettare entrambe le persone, in quanto persone, non in quanto maschi, femmine o transgender.
E il Family Day mi sembra proprio la cosa più diseducativa che un genitore potrebbe inventarsi.
L’educazione alla diversità è non solo auspicabile ma, visti i tempi in cui viviamo, direi che si rende necessaria.
E non aggiungo altro.
Anzi, sì. Nella mia innocenza non pensavo che servisse veramente educare dei bambini a qualcosa di così ovvio come la diversità.
Invece…
Invece non solo vanno educati i bambini, vanno educati gli adulti!
Quindi vi beccate il link al canale youtube di Alien in cui documenta il suo percorso.
Alla faccia tua MOIGE!