The 4th and the Moms – Shmi, Padme e le altre

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Mi sono chiesta: che nerd sono se non scrivo un post sullo star wars day?
In realtà, l’Infanta a parte un pupazzetto Jawa deformed, non ha ancora avuto grossi contatti con la saga.
Per questo voglio dedicare questo post alle madri nella saga, così almeno questo ogni tanto sembra anche un mommy blog.
La prima trilogia non ama molto le madri: ci mostra solo la zia Beru, perché come nei topoi più classici, l’eroe è orfano, cosa ripresa più o meno da chiunque. Zia Beru è stata una buona ‘madre’ per Luke, lo ha cresciuto con sani valori, dopotutto anche obbediente, non gli si può fare una colpa del volersene andare da quel buco sabbioso… e quando Luke la ritrova incenerita, il pubblico se ne dispiace. Zia Beru esempio positivo di famiglia allargata, insomma, è quella che forse fa il lavoro migliore.
Anche Breha Organa, la madre adottiva di Leia, esplosa insieme ad Alderaan, che tanto voleva un figlio e alla fine ha potuto adottarne una, ha fatto un ottimo lavoro. La si vede solo alla fine dell’episodio VI per tipo tre fotogrammi ma insomma, tanta stima. Hai voluto tanto un figlio, ti appioppano quella di un Sith e tu la cresci con amore dandole abbastanza sicurezza per essere una delle figure femminili più badass della nerdsfera, una protagonista, non una comprimaria, una a cui non si sciolgono mai i neuroni come invece è capitato alla madre naturale. Grande educatrice, la signora Organa.
La seconda trilogia, oltre a mostrare per tre fotogrammi il volto di Breha, finalmente ci fa vedere l’origine del male.
L’ esempio che ho già citato più volte in questo blog. Shmi Skywalker.
Crescere da schiava un figlio nato dal nulla (va bene, da una delle cavolate maggiori partorite dalla mente di Lucas, i Midichlorian) non deve essere una passeggiata.
Scherzosamente io la paragono a quelle madri ‘tutto naturale‘,
le mamme Lich e il resto delle masse normogenitoriali talebane.
Nel deserto di Tatooine povera in canna sicuramente aveva solo pannolini lavabili e sicuramente allattava al seno. Probabilmente portava con la fascia. Anche come metodi educativi era abbastanza moderna. Shmi era affettuosa, permetteva al figlio di esprimersi al meglio facendogli costruire cose e partecipare alle corse dei Pod.
Ci credo che Anakin la amava alla follia, Shmi è uno dei pochi personaggi decenti di Star Wars I, una Madre che non si può che vedere come figura positiva, insomma, dai, ha anche la forza di lasciare andare il figlio in monastero per dargli un futuro migliore, sapendo che NON LO RIVEDRÀ MAI PIÙ. Per una madre c’è poco di peggio.
Effetto collaterale di tutto quell’attaccamento? Tuo figlio diventa un Sith ammazzabambini.
Avranno fatto apposta? Non credo. Ma quando una mamma talebana dell’alto attaccamento a tutti i costi pontifica sul web, io penso a Shmi. Deformazione mentale, incolpare un personaggio tanto amabile di tanto male ma insomma, il messaggio subliminale è quello. I gemelli Skywalker crescono con madre adottiva e zia, e diventano eroi, Anakin con la madre amorevole ad alto contatto, un assassino che si redime solo in punto di morte.
Uhm.
Poi c’è l’altra madre. Padme.
Padme invece mostra allo spettatore come una donna forte, una politicante esperta, abbastanza badass da tener testa alla corporazione dei mercanti, combattere in prima linea per il suo popolo, battersi nell’arena con un phon mentre gli altri hanno la spada laser, sospenda completamente le attività cerebrali tra le braccia dell’uomo che ama, evidentemente disturbato e con attitudine agli scatti d’ira. Non contento, il film ci mostra anche come gli ormoni della gravidanza liquefacciano i pochi neuroni ancora attivi (È così che finisce la democrazia, tra uno scrosciare di applausi. Se magari invece di far fare le tue veci a Jar Jar ci mettevi uno competente lui la fiducia a Palpatine non la votava) rendendola dalla badass dei due film precedenti ad una specie di ameba frignona. Tanto che quando Anakin ormai Darth Vader la strangola, tutti in sala simpatizzano con lui, anche se magari molti non lo ammetteranno mai perché insomma, non si strangola una donna incinta soprattutto quando porta in grembo i tuoi figli.
Poi per coronare il tutto, Padme l’ex politicante esperta (JAR JAR), ex donna forte (frignate varie), si lascia morire, perché nel film si stressa su come in realtà il fisico non abbia nulla. Una morte di parto in un universo in cui ti ricostruiscono da capo se perdi i pezzi non si può vedere. Per cui vai di causa psicologica. Padme non trova la forza per vivere per i suoi figli, e questo una mamma, anche una mamma nerd, difficilmente lo perdona.
Insomma, li avesse cresciuti lei Luke e Leia, diciamocelo, probabilmente non sarebbero venuti su così bene.
Lucas, che aveva bisogno dell’escamotage per non far sapere a Vader che i figli sono ancora vivi (funerale con pancione finto) in realtà rovina un personaggio.
Tra Shmi e Padme, Shmi tutta la vita, anche se lei ha dato i natali a un Oscuro Signore e Padme a due Eroi Buoni.
Che messaggi dà Star Wars sulla maternità?
Alla fine, sempre i soliti. Ognuna fa il meglio che può. Nessuno ha il metodo perfetto. Una mamma adottiva spacca come una mamma naturale. E non fate fare nulla a Jar Jar, anche se gli ormoni della gravidanza vi suggeriscono di partire per un viaggio interstellare alla ricerca di funghetti sott’olio.

2 Comments

Filed under Film Mentali

2 responses to “The 4th and the Moms – Shmi, Padme e le altre

  1. Bellissimo post e concordo in pieno, Jar Jar no way! E Lucas se s’impegnava un pochetto forse e dico “FORSE”, un escamotage migliore per giustificare la morte di Padme l’avrebbe trovato.

  2. Pingback: Who Cares About Christmas, I’m out to see Star Wars | Nerdy Geeky Mommy

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